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AI Act: cosa prevede il Regolamento europeo sull’intelligenza artificiale?

25 Novembre 2024
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L’AI Act è il nuovo Regolamento europeo che disciplina i sistemi di intelligenza artificiale (AI) attraverso un modello regolatorio basato sulla gestione del rischio.
Non si limita a regolare specifiche tecnologie o settori, ma si applica trasversalmente a tutti gli ambiti, dal sanitario al finanziario, fino al commerciale.

In questo articolo, esploriamo i principali aspetti del Regolamento, le categorie di rischio che introduce e le implicazioni per aziende e utenti.

Come l’AI Act gestisce i diversi livelli di rischio

Rischio inaccettabile: cosa prevede il divieto assoluto?

La categoria del rischio inaccettabile include quei sistemi di intelligenza artificiale considerati incompatibili con i valori fondamentali dell’Unione Europea.
Si tratta di applicazioni che utilizzano tecniche subliminali per influenzare inconsapevolmente il comportamento umano, che sfruttano vulnerabilità specifiche di gruppi di persone (come minori o anziani) o che introducono meccanismi di punteggio sociale, simili a quelli sperimentati in alcuni contesti extraeuropei.
Per tali sistemi, il divieto di sviluppo e commercializzazione è assoluto e non soggetto a deroghe.

Rischio alto: quali sono le implicazioni per i settori critici?

I sistemi di AI classificati come ad alto rischio riguardano settori chiave come i trasporti, l’istruzione, il welfare e l’impiego.
Queste tecnologie, potenzialmente capaci di influire in modo significativo sulla sicurezza e sui diritti delle persone, sono soggette a obblighi stringenti.
I fornitori devono dimostrare la conformità del sistema attraverso valutazioni approfondite, garantire un monitoraggio continuo e adottare misure per prevenire discriminazioni o impatti negativi.
L’obiettivo è proteggere gli utenti senza impedire l’innovazione, anche se ciò comporta processi complessi e costosi.

Rischio limitato: come gestire le tecnologie meno invasive?

Il rischio limitato include quei sistemi di AI che, pur non rappresentando una minaccia diretta, richiedono un livello minimo di trasparenza.
In questa categoria, i fornitori sono obbligati a informare chiaramente gli utenti che stanno interagendo con un’intelligenza artificiale, garantendo una comprensione adeguata del funzionamento del sistema.
Anche se meno rigoroso rispetto alle categorie superiori, questo livello di rischio mira a creare fiducia tra utenti e sviluppatori, lasciando ai fornitori la possibilità di adottare codici di condotta volontari per aumentare ulteriormente la sicurezza.

Rischio minimo: quali sono le applicazioni quotidiane?

Il rischio minimo comprende la maggior parte delle tecnologie di AI che utilizziamo ogni giorno, come chatbot, assistenti vocali e sistemi di raccomandazione personalizzata.
Questi sistemi, considerati non invasivi, non richiedono obblighi normativi stringenti, tuttavia devono rispettare standard generali di correttezza e trasparenza.
Questo approccio consente di agevolare l’innovazione tecnologica senza gravare le imprese con regolamentazioni troppo restrittive, preservando al tempo stesso la tutela degli utenti.

Quali sono i limiti del Regolamento?

Nonostante la sua impostazione innovativa, l’AI Act presenta alcune criticità.
Gli standard, applicati in modo uniforme, non tengono conto delle dimensioni delle imprese o delle specificità dei sistemi AI.
Questa rigidità potrebbe penalizzare le piccole e medie imprese, aumentando i costi e rallentando lo sviluppo tecnologico.
Inoltre, il Regolamento non affronta con sufficiente dettaglio le esigenze di settori diversi, come quelli industriali o educativi, che richiederebbero un approccio più personalizzato.
È auspicabile che nei prossimi anni vengano introdotti correttivi per superare queste limitazioni.

AI Act e protezione dei dati: una sfida ancora aperta

Un elemento cruciale non regolato direttamente dall’AI Act è la gestione della privacy e dei dati personali.
I sistemi di AI si basano su enormi quantità di dati, molti dei quali personali, raccolti da piattaforme digitali e social network.
Tuttavia, il Regolamento non fornisce soluzioni specifiche in questo ambito, affidandosi principalmente al consenso degli utenti.
Per garantire una tutela adeguata, sarà necessario introdurre normative più solide e meccanismi giuridici idonei a proteggere i diritti individuali, senza ostacolare l’innovazione.

Come affrontare le sfide dell’AI Act con il supporto giusto

L’AI Act rappresenta un passo fondamentale per regolamentare i sistemi di intelligenza artificiale in Europa.
Tuttavia, la complessità del Regolamento richiede competenze specifiche per affrontare le sfide normative e garantire la conformità.
Il nostro studio è pronto a offrirti una consulenza personalizzata, supportandoti nell’adeguamento alle nuove normative e proteggendo i tuoi interessi.

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Come affrontare le sfide dell’AI Act con il supporto giusto

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